È una ferita aperta...
È come una ferita sempre aperta... Mi sto rendendo conto che è come avere una ferita che non si rimargina mai del tutto. Non sarà mai sanata, non rimarrà semplicemente una cicatrice.
Forse il suo riaprirsi e rimarginarsi diventerà più rapido e meno frequente, con il tempo... ma resterà così. Quando non sai, ma d'improvviso si riapre, inizia a dolere e non sai quanto il dolore scenderà in profondità, nè per quanto tempo, nè quale avvenimento riproporra la lacerazione... un pensiero inaspettato; una frase; un oggetto; un foglio (ritrovato magari proprio cercando di riprendere possesso della prorpria casa...); una sensazione; una gioia; una vecchia cosa o una nuova cosa; l'immagine che i figli riportano di Lei (o di Lui); la fatica; il letto vuoto; il suo accappatoio, che chissà perchè sta ancora appeso accanto al tuo.
Si impara a conviverci e a proteggere quella parte dolente, così esposta ad urti e contraccolpi. Come chi ha una grave ferita al corpo, che dura da tempo e non migliora e con il tempo modifica le posture, il muoversi e l'agire di chi la porta, per proteggersi da quel dolore, che sta lì anche quando non lo si avverte, e si cerca di non risvegliarlo.
Scrivo questo, non solo per la mia recente esperienza, troppo recente per meravigliarsi che possa scriverne diversamente, ma per l'incontro che ho avuto con un'uomo, ormai anziano, che mi ha parlato della sua storia così simile alla mia. Nonostante siano passati quasi 25 anni vissuti già con un altra donna accanto, che ama e da cui è amato, al tornare alla morte della sua prima moglie, di quel suo primo amore, gli occhi a stento trattenevano le lacrime e la voce gli tremava in gola... La ferita è ancora là, ancora se la tocchi il sangue che zampilla è rosso vivo.